Tratto liberamente dal sito https://www.antiquariumgravellonatoce.it/ (luglio2024) e dall’archivio comunale
Nel 1838 Francesco Pirinoli nato a Trobaso e il figlio Giovanni Battista abitano a Ornavasso e a Gravellona hanno una cartiera che trent’anni dopo brucerà.
Nel 1844 Giovanni Battista Guidotti e Donato Pariani si trasferirono da Intra a Gravellona acquistando una cartiera per impiantare una tintoria. In seguito aggiunsero la filatura e poi potenziarono con la ritorcitura del cotone. Arrivarono ad assumere fino a 750 dipendenti. L’attività continuò fino al 1965 senza modifiche, poi ci fu una crisi per cui l’azienda fu affittata alla ditta Manspugna di Milano. Cessò definitivamente nel 1973. Possedeva inoltre un reparto agricolo con una notevole estensione di terreni, prati, il frutteto e l’allevamento di mucche per la vendita diretta del latte.

La ditta Furter e Bebiè sorse nel 1862 nella attuale zona di Santa Maria. Fondata da un industriale svizzero, Federico Furter, una filatura cui si aggiunse anche la tessitura e contava 500 operai. Alla morte di Federico Furter, la conduzione dell’azienda passò al genero Teofilo Rothpletz dal 1878 al 1898. Nel 1919 l’azienda venne ulteriormente ampliata con l’aggiunta della tintoria e la fabbrica si specializzò nella produzione del tessuto di cotone chiamato “massaua”, adatto alla confezione di abiti da lavoro. I dipendenti passarono dagli iniziali 50 a 1200. Dal 1850 furono costruite case per i dipendenti, altre furono costruite nel 1949.


Nel 1868 venne costruito l’asilo infantile. Nel 1905 fu invece aperto il convitto per le operaie che venivano da fuori provincia. Federico Rothpletz inoltre creò dei fondi di previdenza per i lavoratori e l’assistenza contro gli infortuni sul lavoro. La moglie del signor Rothpletz insegnava alle ragazze del paese il ricamo, la musica e le buone maniere. Federico Rothpletz muore nel 1932.



La fabbrica verso il 1945 fu ceduta al gruppo Riva di Legnano per poi essere definitivamente chiusa nel 1955.
Altre industrie importanti erano la Tipografia Fovana, lo stabilimento Bertinaria per i cartoni catramati, due società di produzione d’energia elettrica: la Società Forze Motrici dell’Anza e le Imprese Elettriche Conti.
A parte, ovviamente, le piccole botteghe come segherie meccaniche, tornerie in legno oppure gli alberghi.
Un’attività degna di nota è rappresentata dallo sfruttamento delle cave di granito a partire dall’Ottocento. Si trattava di un lavoro pericoloso e già nel 1809 si erano verificati incidenti: un masso staccatosi dalla montagna (ai Casoni) uccise uno scalpellino di 25 anni originario di Pettinengo (BI) Tommaso Magni. Nel 1877 un crollo uccise otto operai, che avevano tra i 17 e i 36 anni, alla cava Del Signore-Maffioli, a sinistra verso Feriolo,
Nel 1880 la Ditta Cirla con 60 operai, quello dei f.lli Lanfranchi con 30, le Ditte Maffioli, Frattini, Peduzzi, con una forza complessiva di oltre 100 operai sviluppano industrialmente la lavorazione della pietra.



Nel 1883 a Gravellona, per prima in Italia, si diede inizio alla tornitura delle colonne mediante speciali macchine fatte appositamente costruire ad Aberdeen (Scozia).
Le proprietà affittate dalle ditte Maffioli e Del Signore, Eredi Pedrazzi, in regione Casoni dal 1874 al 1909, sono testimoniate dai documenti dell’archivio storico:




